La Sapienza di Roma, l’Alma Mater di Bologna e la Federico II di Napoli. Sono queste, secondo i dati Istat, le università più scelte dagli studenti italiani. Economia, medicina e ingegneria sono, per contro, le facoltà più frequentate. Questi, e molti altri, sono gli indicatori della situazione universitaria italiana, in un’indagine che viene rinnovata di anno in anno e che trova riscontro in una popolazione studentesca sempre più numerosa, che cresce di anno in anno.
L’analisi dell’ISTAT relativa al 2017, l’anno più recente oggetto dello studio, conferma i dati lasciati trapelare da Uniaffitti, il portale di riferimento degli affitti per studenti. Forse un po’ a sorpresa, sono la Basilicata e il Molise le uniche due regioni con il più alto tasso di iscrizione all’università, tra l’altro sono le uniche in Italia in cui questo valore è superiore al 49%. Seguono altre regioni del centro e del sud Italia: Abruzzo, Lazio, Calabria, Sardegna, Umbria, Marche e Campania. La prima regione del centro-nord a figurare in classifica è la Liguria, con un tasso di iscritti al 39.9%.
Il Molise è primo anche per il tasso di conseguimento del primo titolo universitario, pari al 44.1%, anche in questo caso seguito da regioni del centro-sud Italia: Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio e Basilicata lo seguono a ruota.
Per quanto riguarda i numeri assoluti, nel 2017 sono stati 1 milione e 654 mila gli iscritti ad un corso di laurea universitario, di cui circa 1 milione ad un corso di laurea di I livello, circa 300 mila ad un corso di laurea magistrale biennale, altrettanti ad un corso di laurea magistrale a ciclo unico, e soltanto 17.500 ad una laurea del vecchio ordinamento. I laureati sono stati poco più di 300 mila, di cui 131 mila maschi e 180 mila femmine.
Anche il MIUR, il ministero dell’università e della ricerca, pubblica ogni anno i dati sugli studenti. La relazione più recente è relativa all’anno accademico 2018/2019, che ha visto 1.721.790 di iscritti ai corsi universitari e 326.332 laureati di I e II livello, dati assolutamente in linea con quelli dell’ISTAT, tenendo conto di una crescita lieve ma costante nel numero di iscritti.
E per quanto riguarda i corsi di laurea? I dati forniti dal ministero dell’istruzione ricalcano l’andamento generale del paese, con la facoltà di Economia che ha visto iscriversi oltre 46 mila studenti. Seguono ingegneria industriale e dell’informazione, con 38 mila iscritti, le facoltà scientifiche con 34 mila iscritti e quelle dell’ambito medico e socio-sanitario, con 32 mila.
Per quanto riguarda il trend, occorre sottolineare che giurisprudenza e architettura sono in netto calo, rispettivamente del 35% e del 50% rispetto a 10 anni fa, ossia all’anno accademico 2010/2011. Segno di un mercato del lavoro saturo almeno in questi settori, notoriamente portatori di una scarsa tendenza al rinnovamento.
Chiudiamo la nostra indagine sui corsi universitari italiani con un riepilogo dei migliori corsi di laurea. Ma prima di tutto, una precisazione doverosa: nessun corso è migliore di un altro in livello assoluto, e molto dipende dalle preferenze personali e dalle inclinazioni. Ma per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro, ci sono dei dati oggettivi che non è possibile non considerare.
Almalaurea, che da anni si occupa di aggregare dati statistici dei laureati italiani, ha stabilito che gli ingegneri sono i più desiderati lavorativamente: infatti a 5 anni dalla laurea il 92% di essi ha un’occupazione, con una retribuzione media di quasi 1800 euro al mese. La classifica a livello di stipendio segue con i laureati in economia e in statistica, a quasi 1600 euro al mese, e con quelli del settore medico/sanitario, con uno stipendio medio mensile di 1500 euro e un tasso di occupazione dell’89%.