L’area tecnica dell’istruzione secondaria di secondo grado prevede due settori:
SETTORE ECONOMICO
1. Amministrazione, Finanza e Marketing (indirizzo generale)
articolazioni: • Relazioni internazionali per il marketing • Sistemi informativi aziendali
2. Turismo
SETTORE TECNOLOGICO
1. Meccanica, Meccatronica ed Energia
articolazioni: • Meccanica e meccatronica • Energia
2. Trasporti e Logistica
articolazioni: • Costruzione del mezzo • Conduzione del mezzo • Logistica
3. Elettronica ed Elettrotecnica
articolazioni: • Elettronica • Elettrotecnica • Automazione
4. Informatica e Telecomunicazioni
articolazioni: • Informatica • Telecomunicazioni
5. Grafica e Comunicazione
6. Chimica, Materiali e Biotecnologie
articolazioni: • Chimica e materiali • Biotecnologie ambientali • Biotecnologie sanitarie
7. Sistema Moda
articolazioni: • Tessile, abbigliamento e moda • Calzature e moda
8. Agraria, Agroalimentare e Agroindustria
articolazioni: • Produzioni e trasformazioni • Gestione dell’ambiente e del territorio • Viticoltura ed enologia
9. Costruzioni, Ambiente e Territorio (indirizzo generale)
articolazione: • Geotecnico
Profilo culturale e risultati di apprendimento dei percorsi del settore tecnologico
Il profilo del settore tecnologico si caratterizza per la cultura tecnico-scientifica e tecnologica in ambiti ove interviene permanentemente l’innovazione dei processi, dei prodotti e dei servizi, delle metodologie di progettazione e di organizzazione.
Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, sono in grado di:
• individuare le interdipendenze tra scienza, economia e tecnologia e le conseguenti modificazioni intervenute, nel corso della storia, nei settori di riferimento e nei diversi contesti, locali e globali;
• orientarsi nelle dinamiche dello sviluppo scientifico e tecnologico, anche con l’utilizzo di appropriate tecniche di indagine;
• utilizzare le tecnologie specifiche dei vari indirizzi;
• orientarsi nella normativa che disciplina i processi produttivi del settore di riferimento, con particolare attenzione sia alla sicurezza sui luoghi di vita e di lavoro, sia alla tutela dell’ambiente e del territorio;
• intervenire nelle diverse fasi e livelli del processo produttivo, dall’ideazione alla realizzazione del prodotto, per la parte di propria competenza, utilizzando gli strumenti di progettazione, documentazione e controllo;
• riconoscere e applicare i principi dell’organizzazione, della gestione e del controllo dei diversi processi produttivi;
• analizzare criticamente il contributo apportato dalla scienza e dalla tecnologia allo sviluppo dei saperi e al cambiamento delle condizioni di vita;
• riconoscere le implicazioni etiche, sociali, scientifiche, produttive, economiche e ambientali dell’innovazione tecnologica e delle sue applicazioni industriali;
• riconoscere gli aspetti di efficacia, efficienza e qualità nella propria attività lavorativa.
Gli istituti tecnici del settore tecnologico possono prevedere, nel piano dell’offerta formativa, attività e insegnamenti facoltativi di ulteriori lingue straniere nei limiti del contingente di organico loro assegnato ovvero con l’utilizzo di risorse comunque disponibili per il potenziamento dell’offerta formativa.
Il Regolamento dell’istruzione tecnica così ne definisce la nuova identità (art. 2, comma 1):
“L’identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e. tecnologico in linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa da un limitato numero di ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con l’obiettivo di far acquisire agli studenti, in relazione all’esercizio di professioni tecniche, i saperi e le competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, per l’accesso all’università e all’istruzione e formazione tecnica superiore”.
Tutti gli istituti tecnici hanno la durata di cinque anni e sono suddivisi in due bienni e in un quinto anno, al termine del quale gli studenti sostengono l’esame di Stato e conseguono il diploma di istruzione tecnica, utile ai fini della continuazione degli studi in qualunque facoltà universitaria. Il quinto anno è anche finalizzato ad un migliore raccordo tra la scuola e l’istruzione superiore e alla preparazione all’inserimento nella vita lavorativa.
Negli ultimi anni è stato compiuto in Italia un eccezionale sforzo di riprogettazione e rilancio dell’istruzione tecnica, secondo le seguenti direttrici:
– restituire all’istruzione tecnica un’autonoma identità e una specifica missione formativa, diversa da quella dei licei e distinta da quella degli istituti professionali;
– superare la frammentazione dei percorsi, ramificata in un grande numero di indirizzi e in un eccessivo numero di sperimentazioni;
– invertire con decisione la tendenza al calo delle iscrizioni, anche per venire incontro alle esigenze delle imprese, la cui domanda di diplomati tecnici è largamente insoddisfatta.
Su questa base il numero degli istituti tecnici passa perciò da 39 indirizzi (più le sperimentazioni) a 11, così suddivisi: 2 indirizzi nel settore economico e 9 indirizzi nel settore tecnologico (quasi tutti con articolazioni nel triennio).
Il nuovo orario settimanale è stato contenuto in 32 ore (di 60 minuti), corrispondenti in termini effettivi alle 36-38 ore di 50 minuti della maggior parte dei corsi del precedente ordinamento (con il vantaggio di una minore frammentazione disciplinare). In tale contesto si registra in generale un incremento dello studio della lingua inglese e viene dato più spazio alle materie scientifiche.
Nuovi modelli organizzativi
I nuovi istituti tecnici si caratterizzano anche per la proposta di nuovi modelli organizzativi, che ne faranno dei veri e propri centri di innovazione, grazie alla possibilità di costituire, da parte delle singole istituzioni scolastiche, Dipartimenti finalizzati all’aggiornamento costante dei percorsi di studio nonché un Comitato tecnico-scientifico formato da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica.
È previsto lo sviluppo di metodologie innovative basate sull’utilizzo diffuso del laboratorio a fini didattici in tutti gli ambiti disciplinari e un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compresi il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.
Gli istituti tecnici per il settore tecnologico sono dotati di un Ufficio tecnico con il compito di sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori.
Il rapporto con il mondo del lavoro
Le aziende italiane “domandano” circa 300.000 diplomati tecnici all’anno, contro un output.del nostro sistema educativo di circa la metà.
Questo significa che chi si iscriverà agli istituti tecnici nei prossimi anni avrà buone prospettive di trovare lavoro, in tempi brevi, con un diploma immediatamente spendibile nell’ambito delle professioni tecniche.
La specializzazione tecnica superiore
Dopo il completamento degli studi secondari, i diplomati degli istituti tecnici avranno l’opportunità, oltre all’inserimento nel mondo del lavoro e all’iscrizione all’università, di:
– iscriversi a percorsi brevi di 800/1000 ore per conseguire una specializzazione tecnica superiore (IFTS) per rispondere ai fabbisogni formativi del territorio;
– iscriversi a percorsi biennali per conseguire un diploma di tecnico superiore nelle aree tecnologiche più avanzate presso gli Istituti Tecnici Superiori (ITS).