Il Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) afferma che nel 2019 erano presenti circa 276 mila studenti con un disturbo dell’apprendimento diagnosticato e certificato: circa il 4% della popolazione scolastica nazionale.
I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono molti, ma il più diffuso è sicuramente la dislessia. Come ci spiega la psicologa Marta Marsano, i segnali di dislessia si possono manifestare fin dall’inizio delle scuole elementari, ma è necessario che la diagnosi venga certificata da un medico non prima dei 7 anni. La richiesta per l’indagine sul bambino deve partire dalla famiglia, ma i docenti e le istituzioni aiutano attivamente i genitori notando alcuni segnali e suggerendo i percorsi più appropriati.
Scopriamo quali sono i più frequenti DSA, cos’è il piano didattico personalizzato e come i genitori possono intervenire e gestire questa problematica.
I DSA sono disturbi e difficoltà selettive e specifiche che si manifestano quando il bambino studia e compie le proprie attività quotidiane. I più diffusi sono:
I DSA non riducono l’intelligenza del bambino, né rendono per lui impossibile lo studio o l’accesso ad università prestigiose o a lavori importanti: quel che cambia rispetto ai compagni è la velocità di acquisizione della fluidità necessaria a manipolare lingua scritta o letta e numeri. Non si tratta di vere e proprie malattie ma di difficoltà, appunto, che possono essere gestite con un PDP.
Quando familiari e insegnanti notano alcuni dei segnali e dei sintomi di uno o più dei DSA è bene consultare un medico specialista dei problemi dell’età evolutiva. Il percorso diagnostico non è lento né complesso: con una serie di test viene valutata la possibilità che il bambino abbia una difficoltà dell’apprendimento e vengono scelte le misure compensative per il suo studio.
Queste misure fanno esattamente parte del Piano Didattico Personalizzato (PDP). Per alcuni bambini è sufficiente ricevere compiti e testi scritti in un carattere più grande, per altri si rivela provvidenziale l’uso del computer o del tablet, per i casi più seri può essere necessario un sostegno aggiuntivo (che rende il bambino dignitario del BES, il Bisogno Educativo Speciale).
Tutte queste misure consentono un apprendimento assolutamente uguale a quello dei coetanei, la prosecuzione degli studi anche ad alto livello e la compensazione della difficoltà dell’apprendimento in modo sempre più specifico e proficuo. Un DSA non diagnosticato e trattato è infatti molto spesso alla base dei frequenti casi di abbandono scolastico, una piaga che la società civile e le istituzioni stanno cercando di arginare fornendo a famiglie ed insegnanti strumenti sempre migliori per assistere questi studenti.