Completati gli studi, soprattutto quelli specialistici, in tutti sorge la fatidica domanda: cosa fare? Trovare lavoro non è semplice nemmeno per chi ha conseguito una laurea in giurisprudenza, per cui è bene approfondire il discorso in modo da avere consigli utili per muovere i primi passi nel mondo del lavoro.
Completare gli studi e laurearsi in giurisprudenza è un percorso di studi molto intenso e articolato, contemplando anche la presenza di tirocini e un praticantato obbligatorio per poter esercitare la professione. Per quanto il tempo di accesso nel mondo del lavoro potrebbe apparire più difficoltoso è anche da considerare come, una volta raggiunto, l’occupazione risulti stabile ed economicamente più appagante rispetto ad altre professioni figlie di altri percorsi di studi.
Per cogliere le opportunità di lavoro chi ha una laurea in giurisprudenza deve sapere che questo titolo di studio permette numerose e diverse applicazioni. Non solamente i canali tradizionali degli avvocati, dei notai e dei magistrati, ma anche quelli (ultimamente molto ricercati) di consulenti assicurativi e bancari. La laurea in giurisprudenza è un percorso di studio molto intensivo e approfondito che fornisce molte competenze al
dottore in giurisprudenza che avrà quindi gli strumenti e le possibilità per qualificarsi in diverse posizioni.
Le possibilità sono tante ed è possibile cercare opportunità di lavoro anche tramite annunci su siti specializzati. Grazie a questi portali si ha un duplice vantaggio: da una parte la semplicità e la rapidità di consultazione di diverse posizioni lavorative e dall’altra la possibilità di entrare nel vivo e nel cuore del mondo del lavoro, cogliendo quali sono le offerte (anche dal punto di vista economico), quali i requisiti e quale la disponibilità richiesta. Anche in base a questi elementi è possibile effettuare le proprie personali valutazioni e scegliere quale strada percorrere, anche in termini di specializzazione, per trovare lavoro.
Per capire come funziona il mondo del lavoro per chi si laurea in giurisprudenza può essere utile approfondire il fenomeno analizzando qualche dato. Si stima che il 38% dei laureati continua dopo la laurea un percorso di formazione e specializzazione, dato che spiega il ritardo nel trovare un impiego da parte dei giuristi.
Uno degli sbocchi ideali per chi si laurea in giurisprudenza è quella di diventare avvocato. Per farlo il percorso post laurea è piuttosto articolato. Infatti dopo il conseguimento della laurea bisogna effettuare due anni di praticantato presso uno studio legale o, in alternativa, seguire i corsi di una Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali in modo da ottenere i requisiti per poter sostenere l’Esame di Stato. Per trovare uno studio che permetta di svolgere il praticantato da avvocato ci si può recare o presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati o presso uno studio di qualche conoscente. In tutti i casi è bene ricordare che per essere valido l’avvocato che farà da garante per il praticantato deve avere almeno due anni di professione all’attivo.
Al momento della presentazione al Consiglio dell’Ordine della propria domanda di avvio del praticantato si riceve un libretto numerato e suddiviso in tre parti (udienze alle quali si assiste, atti processuali ai quali si è collaborato nella preparazione e redazione, questioni giuridiche alle quali si è assistito).